CONSORZI D’ACQUISTO PER TUTELARSI DALL’INFLAZIONE: STRUMENTI LEGALI E DOVERI DEGLI STATI

Creare consorzi d’acquisto, nazionali o europei, e far scattare una garanzia pubblica su variazioni eccessive di prezzo. Questa l’idea espressa di recente da Francesco Mutti, presidente di Centromarca, come possibile antidoto alla vera e propria emergenza industriale che si intravede dietro il galoppare dell’inflazione: in questo modo, il cumulo di domande individuali consentirebbe di accrescere il potere negoziale degli acquirenti, ottenendo con maggiore verosimiglianza un ribasso per materie prime, noli e trasporti. Ma l’Unione Europea, al momento, non sembra intenzionata ad andare in questa direzione.
Nella rubrica “Considerazioni inattuali” su Milano Finanza, Emilio Girino illustra i vantaggi concreti di questa proposta presenta le opzioni tecnico-legali sul tavolo per realizzarla: dal tradizionale consorzio alla joint-venture contrattuale, dall’accordo plurilaterale per uno scopo comune alla società di servizi. Sempre però mantenendo un’architettura il più possibile leggera e aperta ad adesioni progressive, senza creare realtà cooperative che risulterebbero di più difficile gestione. Senza dimenticare la necessità di intervenire sulla lunghezza delle filiere, creare accordi di cash pooling interni, rendere più snella ed efficiente la logistica.
“Se l’idea di una garanzia pubblica in caso di eccessivo rialzo del prezzi appare poco gradita a Bruxelles”, spiega l’Avv. Girino, “al momento ci accontenteremmo di meno: basterebbe che gli antitrust esentassero senza limiti questi accordi fino alla cessazione della crisi, e che l’erario ne defiscalizzasse totalmente stipulazione ed esecuzione. In tempi di crisi finanziaria, la solidarietà inter-imprenditoriale è altamente opportuna anche senza benedizioni statali; ma, in tempi di crisi industriale, è indispensabile e gli Stati devono metterci del loro”.
Il testo integrale dell’articolo è disponibile cliccando qui. L’intervento va a comporre un ideale trittico con quelli dedicati di recente agli effetti economici della guerra, pubblicati in marzo e in maggio. Sul nostro Sito è come sempre possibile consultare l’intera raccolta della rubrica “Considerazioni inattuali” dal 2009 a oggi.