UTILIZZARE I DATI DEGLI UTENTI PER L’AI: IL GARANTE PER LA PRIVACY BLOCCA META
Il 26 giugno era la data prevista da Meta per un cambiamento epocale nel trattamento dei dati degli utenti di app popolarissime come Instagram e Facebook: una modifica alla privacy policy che avrebbe consentito all’azienda di utilizzare liberamente le informazioni condivise dagli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale. Se da un lato il gigante di Menlo Park ha rivendicato lo sviluppo dell’AI come legittimo interesse, superiore a quello privato degli utenti, l’iniziativa ha causato scalpore, inducendo i garanti britannico e irlandese (Meta ha sede legale a Dublino) a far sospendere, per ora, l’applicazione della modifica.
Nella rubrica “I ferri del mestiere” su Milano Finanza, Isabella Austoni illustra come a sorprendere sia stato il meccanismo scelto da Meta per implementare questa policy: un meccanismo di opt-out tramite un modulo in cui l’utente avrebbe dovuto motivare la richiesta, lasciando poi all’azienda la scelta di accettarla. In caso di mancata azione da parte dell’utente, la modifica sarebbe entrata automaticamente in atto.
“Le principali censure s’appuntano sulla presunta violazione dei principii sanciti dall’art. 5 GDPR”, spiega l’Avv. Austoni, “e in particolare quelli di liceità, correttezza e trasparenza del trattamento dei dati e di limitazione della finalità del trattamento; nonché degli obblighi di informativa ex art. 13 GDPR. Secondo l’accusa, l’addestramento dei sistemi di AI, in quanto avente a soggetto lo sfruttamento commerciale di dati personali (in parte sensibili) degli utenti, non sarebbe qualificabile come interesse legittimo idoneo a prevalere sui diritti degli utenti. Inoltre, Meta non avrebbe specificamente indicato quali sarebbero le finalità, violando così il principio di limitazione delle medesime e l’obbligo di informativa dell’interessato”.
Il testo integrale dell’articolo dell’Avv. Austoni è disponibile cliccando qui. Vanno segnalati, su temi assimilabili, un recente intervento della stessa Autrice riguardante la prima sentenza che negli Stati Uniti assolve l’AI dall’accusa di violazione del copyright; e uno di Franco Estrangeros sul decalogo del garante francese in materia di rapporti fra AI e privacy.
Sul nostro Sito è possibile sfogliare l’intera raccolta della rubrica “Ferri del mestiere” dal 2010 a oggi.