RIDEFINIRE LA DEMOCRAZIA PER CAPIRE LE IMPLICAZIONI POLITICHE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Mentre USA e UE intervengono per limitare lo strapotere delle grandi piattaforme internet, è necessario capire che la democrazia non è solo un sistema di governo ma una cultura di comunicazione. Solo così si proteggerà il diritto politico alla corretta informazione, spiega il Prof. Gustavo Ghidini, fondatore del nostro Studio, intervenendo sul Corriere della Sera con Daniele Manca.
Non bisogna pensare alla democrazia solo come un tipo di governo, ma anche e soprattutto come una cultura aperta di comunicazione, in cui il linguaggio e l’interazione sociale assumono contorni fondamentali. Del resto era lo stesso Tocqueville a definire la democrazia “potere del popolo informato”. In questo modo, un ripensamento della tecnologia comunicativa – a partire dai social network – è fondamentale per garantire un retto funzionamento della struttura democratica.
Lo sostengono Lo affermano in un articolo di commento sul Corriere della Sera il fondatore dello Studio, Prof. Gustavo Ghidini, e Daniele Manca, vicedirettore del quotidiano milanese.
“Tendiamo a relegare il salto tecnologico determinato da un protocollo di comunicazione come Internet al mondo del business, dei consumi. O, al più a una vita quotidiana modificata dalle accelerazioni prodotte da una tecnologia pervasiva”, spiegano gli Autori. “Abbagliati dalle enormi conseguenze che i titani del web stanno producendo nel mondo dell’economia, rischiamo di non cogliere gli effetti profondi di quella nuova civiltà digitale nella quale siamo immersi”.
L’urgenza è quella di accorgersi che i dati personali, ceduti dagli stessi utenti alle grandi piattaforme di app e social, consente loro di ricavare profili individuali che al momento servono a obiettivi commerciali; ma, in futuro, potrebbero trovarsi a disposizione di una sostanziale schedatura politica, che vada dal censimento delle opinioni alla censura dell’espressione.
“Scopi di controllo sociale”, aggiungono gli Autori, “che gli strumenti dell’intelligenza artificiale consentono di conseguire più facilmente, grazie ad algoritmi di regola non trasparenti. E che dire delle fake news? L’attuale dominio delle reti comporta il rischio di troppe tossine nei pozzi dell’informazione. C’è di buono però, rispetto a tutti questi mali e pericoli, che li conosciamo e che su scala mondiale sono in atto concreti tentativi per annullarli o, più realisticamente, ridurli. Di qui una cauta fiducia ci spinge a sperare che, alla fine del tunnel, appaia la luce della logica del servizio pubblico, che dovrebbe illuminare l’intero sistema dell’informazione”.
L’articolo può essere letto in versione integrale sul sito del Corriere della Sera. Il Prof. Ghidini, Senior Professor all’Università LUISS e Professore Emerito di Diritto Industriale all’Università Statale di Milano, aveva in precedenza proposto sul medesimo quotidiano, insieme a Francesco Banterle, un “modello Telepass” per il diritto d’autore online mentre, sempre con Daniele Manca, aveva indagato sui rischi connessi all’Intelligenza Artificiale. Sempre al Corriere il Prof. Ghidini ha recentemente affidato interventi sulla dottrina Biden in materia di brevetto vaccinale e sulle implicazioni etiche dell’utilizzo degli algoritmi, quest’ultimo in collaborazione con Isabella Austoni e Daniele Manca. Con Ferdinando Salleo aveva invece avanzato la proposta di istituzione di un Politecnico Europeo della Difesa.
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