L’IRRUZIONE DELL’AI SUL MERCATO: UN VOLUME COLLETTANEO
Il Prof. Gustavo Ghidini, Fondatore del nostro Studio, Emerito dell’Università di Milano, e Senior Professor dell’Università LUISS, firma il prologo di Digital Single Market and Artificial Intelligence, un volume che contiene una vastissima ricognizione dello stato dell’arte della regolamentazione dell’intelligenza artificiale sia dal versante legale e procedurale, sia dal versante etico.
“Sono sempre più incline a pensare che ci debba essere qualche autorità di regolamentazione, magari a livello nazionale e internazionale, per essere sicuri di non star facendo qualcosa di particolarmente stupido”: con queste parole Elon Musk, il più celebre magnate del digitale, ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo al futuro dell’intelligenza artificiale. Ed è proprio da quest’espressione di timore diffuso, da parte perfino di chi ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo dell’AI, che prende le mosse il breve saggio in inglese con cui il Prof. Gustavo Ghidini inaugura il volume collettaneo Digital Single Market and Artificial Intelligence. AI Act and Intellectual Property in the Digital Transitionv, appena edito da Aracne.
Nel suo prologo, il Prof. Ghidini illustra i diversi approcci di regolamentazione nei confronti dell’AI. Proprio a inizio 2024 entra in vigore infatti l’AI Act dell’Unione Europea, un modello di legislazione prescrittiva che impone obblighi a tutti i livelli del sistema dell’AI, dai primissimi test al monitoraggio dopo l’immissione sul mercato. C’è poi l’approccio britannico, che individua cinque principi di regolamentazione dell’AI: la sicurezza, la trasparenza, l’equità, la responsabilità e la contestabilità. Quanto invece agli Stati Uniti, a fine 2023 il Presidente Biden ha emanato un ordine esecutivo che instaura nuovi standard per la sicurezza in materia di AI, di modo tale che i diritti dei consumatori non vengano lesi mentre viene comunque garantito il progresso tecnologico insieme alla libera concorrenza.
L’aspetto legale, tuttavia, non esaurisce la questione: “È cruciale stabilire cosa si celi dietro l’etichetta di una ‘intelligenza’ che è ‘artificiale’”, spiega infatti l’Autore. “Scopriremmo cose sorprendenti. L’AI non è ‘intelligente’ (almeno per ora), almeno non nel modo umano, in quanto è in grado di costruire diversi schemi probabilistici a partire dall’immissione di un vasto numero di dati, così da offrire risposte che siano percepite come similari a quelle generate dagli esseri umani. L’AI può analizzare in un lasso di tempo brevissimo enormi quantitativi di dati, utilizzandoli per prendere decisioni basate sulla probabilità. Naturalmente, però, errori e pregiudizi possono venire causati dal training o dagli stessi dati. Datum è un participio passato; pertanto, mentre la società si evolve, i dati si limitano a riflettere schemi antecedenti. Pertanto la ‘creatività’ dei robot comunque dipende (almeno per ora) da una precedente esperienza umana”.
L’Autore si sofferma pertanto su come la legislazione americana non abbia riconosciuto all’AI la possibilità di godere di un proprio diritto d’autore, pur riconoscendo che l’attenuazione della creatività umana nella produzione di materiale “originale” generato dall’AI pone questioni ancora imponderabili su fino a che punto l’utente possa essere considerato autore di un’opera creativa. Né nel testo mancano riferimenti a casi italiani, come quello della sentenza della Corte di Cassazione (1107, 16 gennaio 2023) che non esclude la protezione del copyright su materiale prodotto da intelligenza artificiale generativa.
Ciò introduce la questione dell’utilizzo di materiale preesistente da parte dell’AI. “Si crea una frizione significativa fra l’esistenza di diritti esclusivi su dati e opere che possono venire utilizzati dai sistemi di intelligenza artificiale”, scrive il Prof. Ghidini, “e il loro specifico (e tecnico) modo di produzione”, rendendo urgente trovare “un modello che possa riconciliare le necessità di produzione da parte dell’intelligenza artificiale generativa con i legittimi interessi di autori, dotati di proprietà intellettuale su opere digitali, a venire adeguatamente compensati dagli imprenditori del settore dell’AI”.
Digigal Single Market and Artificial Intelligence affronta lo spettro più vasto possibile delle questioni legali connesse all’intelligenza artificiale e all’intelligenza artificiale generativa, dall’antitrust alle leggi per i consumatori, dalla privaci ai diritti fondamentali, dalla sicurezza dei prodotti alla proprietà intellettuale. Il volume è a cura di Mario Franzosi, Oreste Pollicino, Gianluca Campus, e contiene contributi di sessanta specialisti italiani e internazionali, per complessive ottocento pagine.