IN VISTA DI UNA BOLLA IMMOBILIARE, LE BANCHE DEVONO CAUTELARSI DALL’INCREMENTO DI NPE

 Il prezzo degli immobili è salito mediamente del 10% da metà 2021 a metà 2022: lo dimostra il recentissimo report annuale Ubs Global Real Estate Bubble Index, che prende in considerazione dati relativi a venticinque città fra Europa, Asia e Americhe. E se da circa un decennio l’azzeramento dei tassi di interesse ha gonfiato i prezzi – da un lato per il costo inferiore di accesso al credito, dall’altro per la carenza di alternative di reddito finanziario – questi ultimi dati sembrano far profilare all’orizzonte la possibilità di una bolla immobiliare.

Nella rubrica “Considerazioni inattuali” su Milano Finanza, Emilio Girino esamina la sproporzione fra misura del prestito e valore reale del bene acquistato alla luce dell’attuale contingenza economica: il rischio è che con l’incremento dell’inflazione le banche alzino i tassi d’interesse, il costo del credito salga, e il crollo della domanda abbatta i prezzi facendo saltare il rapporto fra debito e valore, con duri contraccolpi sul sistema bancario.

“Non è teoria, è nuda e cruda pratica”, spiega l’Avv Girino: “In Olanda, dove in dieci anni il prezzo degli immobili è più che raddoppiato, la Banca centrale ha chiesto alle banche locali un aumento dei requisiti di capitale; lo scoppio di una bolla immobiliare provocherebbe perdite su crediti che le banche olandesi dovrebbero necessariamente assorbire con mezzi propri. In Germania, dove i prezzi sono cresciuti con picchi del 178%, Bundesbank e Bafin hanno chiesto al sistema bancario un buffer supplementare di 22 miliardi a partire dal 2023. È inevitabile che il futuro sia contrassegnato da un incremento delle sofferenze bancarie”.

Quanto all’Italia, aggiunge l’articolo, una recente analisi di Banca Ifis prevede 35 miliardi di operazioni non performing loans, e 47 miliardi complessivi di non performing exposures nel 2023; ma il livello dovrebbe contenersi entro la soglia fisiologica del 5% dell’erogato, mettendo almeno per ora l’Italia al riparo dai rischi olandesi e tedeschi. L’ottimismo, però, non è sufficiente. “Sarebbe saggio”, conclude l’Avv. Girino, “se le banche provvedessero rapidamente allo smobilizzo delle posizioni deteriorate prima che l’eventuale scoppio della bolla predica un avvenire critico a breve termine, onde evitare un’ulteriore stretta creditizia all’interno di un ciclo economico così delicato”.

Il testo integrale dell’articolo è disponibile cliccando qui.  Sul nostro Sito è come sempre possibile consultare l’intera raccolta della rubrica “Considerazioni inattuali” dal 2009 a oggi.

I Professionisti dello Studio Ghidini Girino e Associati sono chiamati quali relatori di convegni, rendono opinioni su problematiche giuridiche, economiche e finanziarie su primari quotidiani nazionali e su emittenti televisive specializzate.