Digital Service Act, regole cambiate anche per imprese italiane

Da alcuni giorni non si fa che parlare dei deepfake hard di Taylor Swift (consistenti in foto sessualmente esplicite generate con sistemi di AI) diffusi illecitamente sulla piattaforma X (ex Twitter). Giustamente gli Stati Uniti stanno pensando a una legge per contrastare l’uso improprio dell’intelligenza artificiale sui social media.L’Europa, su questo fronte, può dirsi un passo avanti grazie all’attuazione del Digital Service Act (Dsa): il regolamento europeo (n. 2022/2065) sui servizi digitali che disciplina l’attività degli intermediari della società dell’informazione.

Il Dsa è già vincolante dal 25 agosto 2023 per i giganti dell’It, controllori della vita on line dell’utenza. Il regolamento li definisce: Very Large Online Platform (Vlop) e Very Large Online Search Engine (Vlose). Sono le piattaforme e i motori di ricerca con oltre 45 milioni di utenti unici in Europa, come YouTube, Facebook, Amazon e Google. Per questi operatori sono previste le disposizioni (e sanzioni) più severe.

Ma dal 17 febbraio 2024 il Dsa riguarderà tutti i prestatori di servizi digitali, ivi comprese microimprese e Pmi attive all’interno dell’Unione. Per queste ultime sono previsti obblighi proporzionati alle loro capacità e dimensioni. Tra i principali, il dovere di individuare un punto di contatto raggiungibile rapidamente dalle Autorità e dai destinatari del servizio. Vanno poi indicate chiaramente le condizioni di servizio e fornite informazioni sulla moderazione dei contenuti e sull’uso a tal fine di algoritmi. Gli operatori diversi da microimprese e pmi dovranno anche mettere a disposizione, almeno una volta all’anno, relazioni relative tra l’altro alle attività di moderazione, agli ordini delle Autorità o alle segnalazioni ricevute rispetto ai contenuti illegali.

Specifiche norme sono poi dettate per le piattaforme online, ossia i fornitori che, oltre a memorizzare i dati, li diffondono al pubblico su richiesta del destinatario del servizio. Parliamo quindi di social e delle varie piattaforme di condivisione di contenuti. Vi rientrano, ad esempio, anche le app di food delivery che diffondono i contenuti inseriti dai vari ristoranti affiliati e tutti i marketplace. Queste piattaforme dovranno anche predisporre meccanismi di segnalazione di contenuti illegali, prevedere un sistema di gestione dei reclami relativi alle loro decisioni di rimuovere informazioni, disabilitarne l’accesso o limitarne la visibilità e sospendere o cessare la prestazione del servizio.

Specifiche ulteriori previsioni riguardano le piattaforme che consentono ai consumatori la conclusione di contratti a distanza, per garantire la trasparenza delle informazioni sugli operatori commerciali che offrono i loro prodotti e sulla sicurezza e conformità dei beni.

In caso di violazione delle nuove disposizioni da parte delle piattaforme online e dei motori di ricerca di grandi dimensioni, la Commissione Europea potrà applicare ammende fino al 6% del fatturato annuo. Come misura di ultima istanza, se l’infrazione persiste e provoca gravi danni agli utenti e comporta reati che comportano una minaccia per la vita o la sicurezza delle persone, la Commissione può chiedere la sospensione temporanea del servizio.

In Italia, dal 17 febbraio 2024 l’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, quale designata dalla Commissione Europea come coordinatore dei servizi digitali, sarà competente ad applicare il regolamento nei confronti dei fornitori dei servizi stabiliti in Italia. In particolare, l’Autorità potrà richiedere informazioni ed effettuare ispezioni, accettare gli impegni offerti dai fornitori per assicurare la loro conformità al Dsa, ordinare la cessazione delle violazioni e irrogare sanzioni fino ad un massimo del 6% del fatturato annuo mondiale.

Si tratterà di comprendere come e in quale misura le norme raggiungeranno livelli adeguati di prevenzione. Intanto le imprese devono attrezzarsi.

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Claudia Signorini

Isabella Austoni

I Professionisti dello Studio Ghidini Girino e Associati sono chiamati quali relatori di convegni, rendono opinioni su problematiche giuridiche, economiche e finanziarie su primari quotidiani nazionali e su emittenti televisive specializzate.