RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA: ECCO PERCHÉ CI VUOLE UN POLITECNICO EUROPEO DELLA DIFESA

In un tempo di rinnovate tensioni internazionali, non ci si può rifugiare nella convinzione che all’Unione Europea possa bastare l’addestramento di contingenti comuni. È necessaria l’alta formazione di personale civile e militare altamente qualificato, spiega il Prof. Gustavo Ghidini, fondatore del nostro Studio, intervenendo sul Corriere della Sera con Ferdinando Salleo.

Una politica di difesa comune è da tempo una priorità, almeno teorica, per l’Unione Europea; e non è detto che la Brexit non finisca per renderla più probabile. In questa maniera l’Europa potrà ricoprire un ruolo geopolitico confacente non solo al proprio peso economico ma anche al rilievo storco e al soft power di cui gode in termini di civiltà e diplomazia.

Non a caso l’esigenza di affiancare questa formula al mercato unico, alla valuta condivisa e al bilancio comune, emerge anche dal Trattato del Quirinale siglato da Italia e Francia. Tuttavia, non bisogna credere che la questione possa esaurirsi esclusivamente nella creazione e nell’addestramento di contingenti comuni ai Paesi membri: perché risulti davvero efficace, il progetto di una difesa comune per l’Unione Europea deve passare attraverso una visione più ampia.

Lo affermano in un articolo di commento sul Corriere della Sera il fondatore dello Studio, Prof. Gustavo Ghidini, e il Prof. Ferdinando Salleo, diplomatico di lungo corso, già Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e ambasciatore a Washington.

“Per essere realmente efficace, la difesa comune deve associare l’autonomia strategica a una visione di politica industriale”, spiegano gli Autori. “Una visione che parta delle storiche sinergie fra il settore civile e quello militare: oggi soprattutto fondate sulla comune dipendenza dell’innovazione sviluppata nell’uno e nell’altro ambito dalle tecnologie cibernetiche, e dai conseguenti comuni pericoli”.

La proposta concreta per andare in questa direzione è l’istituzione di un Politecnico Europeo della Difesa, organizzato dall’Unione, che utilizzi le migliori esperienze europee nel settore civile e militare allo scopo di farvi confluire talenti scientifici e tecnologici di entrambi i settori: dagli esperti di strategia a quelli di geopolitica e di management. In questo modo, argomentano i Prof. Ghidini e Salleo, si potrà rafforzare tanto l’autonoma strategica della difesa quanto la capacità competitiva dell’Unione Europea.

“È pressoché scontato che un simile tipo di progetto incontri una ostile levata di scudi di Paesi e gruppi di pressione che operano in senso ostativo ai processi di integrazione europea”, ammettono gli Autori in conclusione. “Per superarla si dovrà agire attraverso cooperazioni rafforzate, aperte ai nuovi soci”, allo scopo di porre “la svolta evolutiva della politica di difesa europea al riparo dalle paralizzanti insidie dell’unanimità decisionale”.

L’articolo può essere letto in versione integrale sul sito del Corriere della Sera. Il Prof. Ghidini, Senior Professor all’Università LUISS e Professore Emerito di Diritto Industriale all’Università Statale di Milano, aveva in precedenza proposto sul medesimo quotidiano, insieme a Francesco Banterle, un “modello Telepass” per il diritto d’autore online mentre, con Daniele Manca, aveva indagato sui rischi connessi all’Intelligenza Artificiale. Sempre al Corriere il Prof. Ghidini ha recentemente affidato interventi sulla dottrina Biden in materia di brevetto vaccinale e sulle implicazioni etiche dell’utilizzo degli algoritmi, quest’ultimo in collaborazione con Isabella Austoni e Daniele Manca. Sul nostro sito è possibile consultare tutti gli articoli di Soci e Collaboratori sugli organi stampa nazionali.

I Professionisti dello Studio Ghidini Girino e Associati sono chiamati quali relatori di convegni, rendono opinioni su problematiche giuridiche, economiche e finanziarie su primari quotidiani nazionali e su emittenti televisive specializzate.