IL LATO OSCURO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: I RISCHI DA EVITARE PER L’UNIONE EUROPEA

In America si sostiene che la guerra sull’AI con la Cina sia già persa. Ma l’Unione Europea ha il dovere di provare darsi normative che, evidenziando i rischi conseguenti agli abusi, diano risposte chiare sulle ricadute in materia di diritto del lavoro, libertà politica e proprietà intellettuale.

L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di etica: ma, a giudicare dagli sviluppi delle normative internazionali in materia, ha bisogno anche di politica. Prendendo spunto dalla notizia delle dimissioni del capo del software del Pentagono, che ha dichiarato che la guerra fra USA e Cina sull’AI è già persa, il fondatore dello Studio, Prof. Gustavo Ghidini, analizza le possibili future implicazioni del tema in un articolo sul Corriere della Sera, composto a quattro mani con Daniele Manca, Vicedirettore del quotidiano milanese.

“Abituata com’è a regolare più che ad agire”, spiegano gli Autori, “l’Unione Europea rischia di rimanere indietro. A meno che non faccia di questa sua capacità un punto di forza. È già accaduto con il regolamento sulla privacy (Gdpr), che in tutto il mondo stanno tentando di replicare. Può accadere anche sull’AI: già avere individuato alcuni ‘rischi inaccettabili’, dalle tecniche subliminali a quelle potenzialmente dannose per gli esseri umani, è un passo di non poco conto”.

Al vaglio dei rischi gli Autori avevano dedicato una prima analisi sulle stesse colonne qualche settimana fa, in occasione della Proposta di regolamento della Commissione Europea sull’utilizzo dell’AI. In questo nuovo intervento, vengono passate al vaglio circostanze specifiche; a cominciare dalla distinzione fra attori pubblici e privati, che non impedirebbe alle aziende di classificare i propri dipendenti in base a un rating reputazionale, a patto di strappare loro un consenso informato. Oppure la tutela della proprietà intellettuale nelle applicazioni di AI, dove il testo del regolamento al momento non proibisce di tutelare con brevetto o copyright nuove applicazioni che comportino rischi assoluti per gli utenti.

Infine, non va sottovalutata la questione dell’individuazione delle circostanze eccezionali che consentirebbero l’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica in tempo reale per prevenire una minaccia terroristica: non c’è il rischio che governi più o meno autoritari possano classificare come attacco alla sicurezza nazionale la semplice manifestazione di dissenso politico?

“Starà ai singoli Stati decidere se autorizzare queste forme di riconoscimento facciale, in che modo e per quali – precisamente individuati – reati”, continuano gli Autori. “Al riguardo, non si giustificano facili ottimismi. Specie quando si tratta di sicurezza nazionale, non tutti i Paesi dell’Unione garantiscono lo stesso livello di democrazia e di indipendenza della magistratura. L’azione di leader come Orbán e Morawiecki in Paesi come l’Ungheria e la Polonia dimostra la facilità con la quale certa nuova politica maneggi materie delicate come quelle dei diritti civili”.

L’articolo può essere letto in versione integrale sul sito del Corriere della Sera. Il Prof. Ghidini, Senior Professor all’Università LUISS e Professore Emerito di Diritto Industriale all’Università Statale di Milano, aveva in precedenza proposto sul medesimo quotidiano, insieme a Francesco Banterle, un “modello Telepass” per il diritto d’autore online. Sempre al Corriere il Prof. Ghidini ha recentemente affidato interventi sulla dottrina Biden in materia di brevetto vaccinale e sulle implicazioni etiche dell’utilizzo degli algoritmi, quest’ultimo in collaborazione con Isabella Austoni e Daniele Manca. Sul nostro sito è possibile consultare tutti gli articoli di Soci e Collaboratori sugli organi stampa nazionali.

I Professionisti dello Studio Ghidini Girino e Associati sono chiamati quali relatori di convegni, rendono opinioni su problematiche giuridiche, economiche e finanziarie su primari quotidiani nazionali e su emittenti televisive specializzate.