CREDITO AL CONSUMO: LA NUOVA DIRETTIVA UE CHE CAMBIA LA FILOSOFIA COMMERCIALE
Obblighi più stringenti per gli intermediari, in vista di maggiore trasparenza e più margini per il cliente: sono questi gli obiettivi della nuova Direttiva Ue sul credito al consumo 2023/2225 (Ccd II), pubblicata lo scorso 30 ottobre in Gazzetta Ufficiale. A spingere il legislatore all’intervento è stato l’incremento della facilità di accedere (anche digitalmente) al credito, rendendo necessaria una regolamentazione della divulgazione digitale delle informazioni contrattuali e dell’utilizzo dell’AI in materia. La normativa andrà recepita dagli Stati membri entro il 20 novembre 2025.
Nella rubrica “I ferri del mestiere” su Milano Finanza, Giulia Barsi spiega le principali novità contenute nelle disposizioni: dall’eliminazione della soglia minima sotto cui la disciplina non si applica alle restrizioni per i sistemi di finanziamento digitali, dal ragionevole grado di tolleranza imposto agli intermediari prima di avviare il recupero crediti al diritto del consumatore alla riduzione del costo totale del credito (post sentenza Lexitor) in caso di rimborso anticipato.
“Inoltre, vengono bandite le pratiche di commercializzazione abbinata, ossia la vendita di contratto di credito in un pacchetto che comprenda altri prodotti”, spiega l’Avv. Barsi, “mentre resta consentita la commercializzazione aggregata, ossia la vendita dello stesso pacchetto, in cui il contratto di credito venga messo a disposizione del consumatore anche separatamente ma non alle stesse condizioni”.
Per quanto le singole disposizioni possano apparire in sé piuttosto innocue, la Direttiva nel complesso sancisce un vero cambio di passo nel credito al consumo, rimettendo in discussione l’intera filosofia commerciale e rendendo utile ripensare le policy già da subito.
Il testo integrale dell’articolo pubblicato su Milano Finanza è disponibile cliccando qui.
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