RUSSIA, CINA, INDIA: QUALI STRATEGIE EUROPEE CONTRO I SOVRANISMI VALUTARI

Circa tre miliardi di abitanti ma tre economie disallineate: se in Cina il Pil oltre passa i 16.000 miliardi di dollari, l’India si assesta sui 2.880 e la Russia, almeno secondo i dati d’anteguerra, lambisce i 1.700, meno dei 2.000 miliardi del Pil italiano. E se anche le loro economie assommate arrivano a quasi 21 trilioni di dollari, si fermano quasi a metà della sommatoria delle due principali potenze economiche occidentali, Usa e Ue, superiore a 38 trilioni. Per questo – ma non solo – è improbabile che le economie delle potenze orientali riescano a scalzare valute di riserva come l’euro e il dollaro. Ma non esasperare il problema del sovranismo valutario non significa che sia il caso di ignorarlo del tutto.

Nella rubrica “Considerazioni inattuali” su Milano Finanza, Emilio Girino offre una lettura del contesto economico della geopolitica di un mondo che sta rapidamente cambiando. Se pure le cifre dimostrano che una rivoluzione dei fondamentali monetari del pianeta non è all’ordine del giorno, non si può tuttavia escludere che l’asse finanziario mondiale possa, nel tempo, virare a oriente.

“Dollaro ed euro coprono rispettivamente il 60% e il 20% degli scambi mondiali poiché sono caratterizzati da affidabilità, mentre rupia e rublo non sono considerate dal Fmi valute d’ancoraggio”, spiega l’Avv. Girino. “Lo yuan invece sì, ma la sua copertura non supera il 2%. Sul piano politico economico, l’unico vero sogno di espansione monetaria è quello cinese, ma inseguirlo significa avviare un pericoloso processo di disaccoppiamento dai mercati occidentali, in particolare da quelli americani, dai quali la Cina è ancora fortemente dipendente. Altrettanto certamente, tuttavia, l’Europa non potrà restare a guardare né proseguire nella sua dipendenza militare dagli Usa: se nel giro di un ventennio l’euro ha inciso sul dominio del dollaro, diverrà indispensabile la creazione di un sistema difensivo europeo comune o quanto meno saldamente coordinato a livello centrale”.

La sicurezza dell’asset di una valuta, infatti, non si misura solo dall’affidabilità riconosciuta dalle banche centrali estere ma anche dalla capacità difensiva del territorio su cui circola. “Per questo ogni progetto rivolto in tale direzione dovrebbe comparire fra le urgenze indifferibili dell’agenda unionista”, conclude. “Solo così, nel decoupling sino-americano, l’ago della bilancia valutaria sarebbe l’asta della bandiera a dodici stelle”.

Il testo integrale dell’articolo è disponibile cliccando qui. Al tema degli effetti bellici sull’economia, l’avv. Girino ha dedicato un primo intervento poco dopo lo scoppio della guerra. Sul nostro Sito è come sempre possibile consultare l’intera raccolta della rubrica “Considerazioni inattuali” dal 2009 a oggi.

I Professionisti dello Studio Ghidini Girino e Associati sono chiamati quali relatori di convegni, rendono opinioni su problematiche giuridiche, economiche e finanziarie su primari quotidiani nazionali e su emittenti televisive specializzate.