IL CASO COPILOT DI APPLE: UN MODELLO TELEPASS PER SALVAGUARDARE DIRITTI D’AUTORE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Una recente causa contro un programma AI di Apple, che genera automaticamente codici di programmazione ricalcando quelli già esistenti, torna a porre il problema del conflitto fra diritto d’autore e progresso tecnologico. Intervenendo sul Corriere della Sera, il Prof. Gustavo Ghidini, fondatore del nostro Studio, propone un modello a pagamento che salvaguardi entrambe le esigenze.
Copilot è l’ultima creazione di Apple: consiste in una intelligenza artificiale che implementa il lavoro dei programmatori informatici, suggerendo loro come completare i codici di programmazione, proponendone di nuovi dopo avere scandagliato istantaneamente un’infinità di codici simili precedenti. Un grande aiuto per i lavoratori del settore, ma anche un problema giuridico in quanto Copilot ingloba – e quindi plagia – l’opera di programmatori ignari. E adesso un avvocato di Los Angeles, Matthew Broderick, sta intentando una class action a nome degli autori dei codici utilizzati da Copilot per elaborare i propri codici.
In un articolo sull’inserto L’Economia del Corriere della Sera, il Prof. Gustavo Ghidini prende spunto da questo interessante caso di cronaca per una più vasta analisi di pro e contro dell’appropriazione di contenuti da parte dell’AI, proponendo una soluzione che possa salvaguardare tanto il diritto d’autore quanto il progresso tecnologico e conoscitivo.
“Non tutto ciò che è apparentemente immateriale non ha valore”, scrive il Prof. Ghidini, “anzi, nell’era del virtuale che è molto più reale di quanto si immagini, sono proprio i contenuti immateriali a essere di grande valore”. E aggiunge: “Con tranquillità nelle feste appena trascorse abbiamo condiviso foto, momenti. I grandi colossi del web su quei volti, quelle situazioni, hanno guadagnato due volte. La prima associando a quelle immagine, a quei ricordi, la pubblicità. La seconda creandosi ricchi database sui quali produrre programmi di riconoscimento facciale, vocale e via dicendo. Il tutto grazie all’intelligenza artificiale capace di organizzare quantità enormi di dati per trovare nessi e nuove opportunità di business”.
Cosa accade quando, come nel caso di Copilot, i dati sono oggetto di diritti di proprietà intellettuale? “I diritti di proprietà intellettuale autorizzano il titolare a vietare l’uso altrui a fini imprenditoriali, senza sua autorizzazione, delle elaborazioni proteggibili con copyright e/o brevetto. Ed è il caso dei prodotti di software: come quelli forniti dall’AI”.
La soluzione a un problema inedito, propone il prof. Ghidini, dev’essere altrettanto innovativa, portando a una ridefinizione dei paradigmi della proprietà intellettuale e riformando quelli attualmente basati su diritti esclusivi. È il cosiddetto “modello Telepass”, proposto in prima istanza proprio sulle pagine del Corriere dal Prof. Ghidini con Francesco Banterle.
Prendendo infatti spunto dall’articolo 99 (comma 1) della legge italiana sul diritto d’autore – che prevede “il diritto a un equo consenso a carico di coloro che realizzano il progetto tecnico a scopo di lucro senza il suo consenso” – si può pensare a una norma che garantisca tanto la concorrenza sia la sicurezza e l’efficienza nelle produzioni.
“Poiché i programmi di software ben possono considerarsi analoghi a lavori e progetti di ingegneria”, illustra il Prof. Ghidini, “la norma appare formulata ‘su misura’ del modo di produzione tipico dell’era digitale, imperniato sulla condivisione e circolazione diffusa e rapida di dati e informazioni”. In questo modo, considera, si può salvaguardare “la duplice esigenza di quel modo di produzione: compenso di lavoro e investimenti da un lato, e circolazione aperta, diffusa, rapidissima dei dati dall’altro. Accesso libero (ma) pagante, dunque. Modello Telepass: paghi e prosegui a barriere alzate”.
L’articolo può essere letto in versione integrale sul nostro Sito [aggiungere link al pdf caricato online]. Il Prof. Ghidini, Senior Professor all’Università LUISS e Professore Emerito di Diritto Industriale all’Università Statale di Milano, aveva in precedenza indagato sul medesimo quotidiano, con Daniele Manca, sui rischi connessi all’Intelligenza Artificiale e sulle future prospettive della democrazia nell’era della civiltà digitale. Sempre al Corriere il Prof. Ghidini ha recentemente affidato interventi sul merito nella docenza universitaria, sullo spoils system, sulla dottrina Biden in materia di brevetto vaccinale e sulle implicazioni etiche dell’utilizzo degli algoritmi, quest’ultimo in collaborazione con Isabella Austoni e Daniele Manca. Con Ferdinando Salleo aveva invece avanzato la proposta di istituzione di un Politecnico Europeo della Difesa.
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