UNA PROPOSTA PER L’AMPLIAMENTO DEI DIRITTI MORALI D’AUTORE NELL’UNIONE EUROPEA

Se i diritti economici d’autore nascono insieme alla stampa, la definizione dei diritti morali avviene faticosamente solo a partire alla Convenzione di Berna del 1886. In un saggio in lingua inglese per il volume Improving Intellectual Property, il Prof. Gustavo Ghidini, fondatore del nostro Studio, e la Prof. Laura Moscati indicano la strada per una più amplia interpretazione dei diritti morali, che tuteli appieno le preferenze stilistiche e le opinioni politiche degli autori.

“Gli interessi economici e gli interessi morali degli autori non possono essere separati con un colpo di spada”, spiegano i Proff. Gustavo Ghidini e Laura Moscati nel saggio pubblicato nella raccolta Improving Intellectual Property. A Global Project, da poco uscito per i tipi di Edward Elgar publishing. “Pubblicare, tradurre, ridurre, trasformare e far circolare un’opera sono interessi di natura economica ma concernono attività che ricadono nell’interesse morale: la diffusione del nome dell’autore e del suo messaggio culturale. Allo stesso modo, un diritto morale come l’usurpazione della paternità può tradursi nel dirottamento di lettori paganti verso il plagiario, e la perdita di reputazione può causare (per quanto non necessariamente) la perdita di pubblico e il conseguente collasso delle vendite”.

Nel proprio saggio, intitolato Authors’ moral rights in the Berne Convention, i Proff. Ghidini e Moscati individuano i principii fondamentali del diritto d’autore ripercorrendone la storia, a partire da poco prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg, evidenziando i progressi più rilevanti al riguardo. Nell’Europa del Sei e Settecento il diritto d’autore era concepito in termini esclusivamente economici, rendendolo così alienabile in toto, alla stregua di qualsiasi merce. La Convenzione di Berna (1886) ricalca questo modello, elevando tutti gli interessi degli autori nello sfruttamento della propria opera al rango di diritti patrimoniali degli autori stessi, a tutto vantaggio degli editori acquirenti.

È stato solo quarant’anni dopo la sua creazione che la Convenzione di Berna, nella conferenza di revisione tenuta a Roma nel 1928, addivenne a riconoscere gli specifici diritti morali dell’autore, autonomi da quelli economici. Diritti pertinenti ai soli autori, quindi non trasferibili e quindi non assegnabili agli editori: veri e propri diritti ‘personali’, come venivano spesso chiamati in luogo di ‘morali’”, illustra il saggio.

A essere riconosciuti furono però due soli diritti morali: la certezza dell’attribuzione e l’integrità dell’opera: “Questo riconoscimento limitato fu il risultato di un faticoso compromesso fra i rappresentanti delle nazioni europee, soprattutto Italia e Francia, che supportavano una più vasta gamma di interessi morali; e le nazioni anglofone (Canada escluso), che si opponevano tout court all’idea di una protezione internazionale per questo tipo di interessi”. Un compromesso verosimilmente dovuto al fatto che gli stessi editori subiscono una perdita economica dal plagio di un’opera o dal danno alla reputazione di un autore.

Nel proprio saggio, i Proff. Ghidini e Moscati insistono sulla necessità di una più vasta definizione giuridica dei diritti morali d’autore, nella cornice della legislazione dell’Unione Europea. Se infatti le proposte contenute nel cosiddetto Wittem Project del 2010, per dar vita a un Codice comunitario del diritto d’autore, precisano alcuni aspetti dei diritti morali, ciò nondimeno si astengono dall’ampliarne il raggio. Inoltre, nell’Unione Europea la normativa riguardante i diritti morali non risulta tuttora armonizzata.

La proposta dei Proff. Ghidini e Moscati, le cui ragioni sono esposte nel dettaglio nel saggio, è di aggiungere altri quattro diritti morali ai due fondamentali già in essere. Si tratta di riconoscere all’autore, anche dopo avere alienato i diritti economici all’editore, il diritto di ritirare il consenso alla pubblicazione; il diritto a modificare l’opera prima della pubblicazione di ogni singola edizione o ristampa; il diritto a ottenere il ritiro dell’opera già pubblicata; il diritto a opporsi alla traduzione e alla pubblicazione in un Paese il cui regime politico sia ritenuto dall’autore in serio contrasto con i propri valori etici, culturali e politici.

Il Prof. Gustavo Ghidini, Senior Professor all’Università LUISS e Professore Emerito di Diritto Industriale all’Università Statale di Milano, ha di recente curato l’edizione del manuale internazionale Reforming Intellectual Property (editore Edward Elgar, 2023). La Prof. Laura Moscati è Professore ordinario di Storia del Diritto medievale e moderno e di History of European Law presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Il volume Improving Intellectual Property. A Global Project, a cura di Susy Frankel, Margaret Chon, Greame B. Dinwoodie, Barbara Lauriat e Jens Schovsbo, raccoglie cinquanta interventi di affermati Autori nel settore della proprietà intellettuale e del diritto d’autore, fra i quali Lionel Benty (Università di Cambridge), Christophe Geiger (Università LUISS), Jane C. Ginsburg (Columbia University), Ruth L. Okediji (Harvard Law School).